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408 | maschere nude |
Sirio. Mi verrebbe di strozzarla!
Tuda. Ne sei geloso? Ma quando un artista vuole una modella tutta per sé, sai che fa? la sposa, caro!
A uno sguardo sprezzante di Sirio
Perché? Ti parrebbe disonore? Tanti hanno fatto cosí. E con certune che non valevano neanche un’unghia del mio piede.
Sirio. Quanto ti dà?
Tuda. Caravani? La posa; niente piú.
Sirio. Ma una di quelle sue clienti là non gli servirebbe meglio?
Tuda. «Una di quelle sue clienti là...» Ti dico che farà il ritratto anche alla tua amica. Del resto, come m’hai veduta tu da Diana, potrebbe avermi veduta anche lui.
Sirio. Perdio, non lo dire!
Tuda. Un corpo come il mio...
Sirio. Ti darò il doppio, il triplo, quattro, cinque volte di piú, purché la smetta! Ti dico che non posso tollerarlo!
Tuda. E tu sposami!
Sirio. Finiscila!
Tuda. Sarebbe da vedere, caro, se poi ti vorrei io...
Giuncano. Tu, no!
Tuda. Intanto, non mi vuole lui. E allora non c’è gusto a fare la sdegnosa. — Su, caro, andiamo. Del resto, te l’ho già fatto capire in tutti i modi: mi paghi meglio degli altri, ma non mi piace lavorare con te.
Ritorna dietro la tenda e si rimette in posa. Rispunta l’ombra, enorme, sulla parete di fondo.
Sirio. Piú alto il braccio!
Tuda. Cosí?
Sirio. Cosí.
Pausa tenuta.
Tuda. Dorme, Maestro?
Giuncano. Fumo. Ti vedo nell’ombra.
Tuda. Sono bella?
Giuncano. Sí, cara. —