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diana e la tuda 407


Poi, volgendosi a Tuda:

Ti sarai riposata: su, andiamo.

Tuda. Ma verrà a prendermi Caravani a momenti!

Sirio. Per qualche altro lupanare?

Tuda. Lupanare... perché una volta, a Parigi, da giovane, avendo bisogno... — e fu la sua fortuna, del resto! — Non puoi negare che il nudo lo fa bene. È di moda anche lui, adesso, come ritrattista.

Sovvenendogliene d’improvviso l’idea

Oh, lo sa anche la tua amica che vuol fatto da lui un ritratto da amazzone, a cavallo.

Sirio. Come non ti vergogni?

Tuda. Di che? Non faccio mica la spia. Vedrai che te lo dirà lei stessa.

Sirio. Ma no, io dico, di prestare cosí il tuo corpo —

Giuncano. — mentre lui qua te lo glorifica in una cosí pura divinità! —

Tuda. — già! e mi sta facendo morire! — Ah, ma per vendicarmi, sa che ho suggerito a Caravani —

Giuncano. — di fare anche lui una Diana? Benissimo!

Sirio (scattando). Ah no, perdio! Con te no, sai! Glielo proibisco!

Tuda. O ch’è di tua spettanza esclusiva la dea Diana?

Sirio. Mentre sto lavorando io con te, sí; e glielo proibisco! Tanto piú se gliel’hai suggerito tu!

Tuda. Ma è un’altra cosa...

Sirio. Appunto per l’obbrobrio che sarà! Bada che non lo tollero sul serio!

Tuda. Sai che diventi insopportabile? Si figuri, Maestro, una Diana messa seduta bene, con un gomito su una coscia —

Sirio. — sta’ zitta! —

Tuda. — comodissima! — la testa cosí

l’appoggia a una mano

— che se ne sta a guardare un bel figliolone Endimione dormente — mezzo verde e mezzo violetto: tra le pecore — un amore!

Scoppia a ridere.