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enrico iv 391


Enrico IV (con uno scatto che pur si sforza di contenere). Ma se non foste pazzi, tu e lei insieme,

indica la Marchesa

sareste venuti da me?

Belcredi. Io, veramente, sono venuto credendo che il pazzo fossi tu.

Enrico IV (subito forte, indicando la Marchesa). E lei?

Belcredi. Ah lei, non so... Vedo che è come incantata da quello che tu dici... affascinata da codesta tua «cosciente» pazzia!

Si volge a lei:

Parata come già siete, dico, potreste anche restare qua a viverla, Marchesa...

Donna Matilde. Voi siete un insolente!

Enrico IV (subito, placandola). Non ve ne curate! Non ve ne curate! Seguita a cimentare. Eppure il dottore glie l’ha avvertito, di non cimentare.

Voltandosi a Belcredi:

Ma che vuoi che m’agiti piú ciò che avvenne tra noi; la parte che avesti nelle mie disgrazie con lei

indica la Marchesa e si rivolge ora a lei indicandole il Belcredi

la parte che lui adesso ha per voi! La mia vita è questa! Non è la vostra! La vostra, in cui siete invecchiati, io non l’ho vissuta!

A Donna Matilde:

Mi volevate dir questo, dimostrar questo, con vostro sacrificio, parata cosí per consiglio del dottore? Oh, fatto benissimo, ve l’ho detto, dottore: «Quelli che eravamo allora, eh? e come siamo adesso?» Ma io non sono un pazzo a modo vostro, dottore! Io so bene che quello

indica il Di Nolli

non può esser me, perché Enrico IV sono io: io, qua, da venti anni, capite? Fisso in questa eternità di maschera! Li ha vissuti lei,