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Con permesso: qua sulla soglia, una parola in confidenza a Madonna la Duchessa.

La conduce un po’ in disparte e le domanda con ansia in gran segreto:

Vostra figlia vi è cara veramente?

Donna Matilde (smarrita). Ma sí, certo...

Enrico IV. E volete che la ricompensi con tutto il mio amore, con tutta la mia devozione dei gravi torti che ho verso di lei, benché non dobbiate credere alle dissolutezze di cui m’accusano i miei nemici?

Donna Matilde. No no: io non ci credo: non ci ho mai creduto...

Enrico IV. Ebbene, allora, volete?

Donna Matilde (c. s.). Che cosa?

Enrico IV. Che io ritorni all’amore di vostra figlia?

La guarda, e aggiunge subito in tono misterioso, d’ammonimento e di sgomento insieme:

Non siate amica, non siate amica della Marchesa di Toscanal

Donna Matilde. Eppure vi ripeto che ella non ha pregato, non ha scongiurato meno di noi per ottenere la vostra grazia...

Enrico IV (subito, piano, fremente). Non me lo dite! Non me lo dite! Ma perdio, Madonna, non vedete che effetto mi fa?

Donna Matilde (lo guarda, poi pianissimo, come confidandosi). Voi l’amate ancora?

Enrico IV (sbigottito). Ancora? Come dite ancora? Voi forse, sapete? Nessuno lo sa! Nessuno deve saperlo!

Donna Matilde. Ma forse lei sí, lo sa, se ha tanto implorato per voi!

Enrico IV (la guarda un po’ e poi dice): E amate la vostra figliuola?

Breve pausa. Si volge al Dottore con un tono di riso:

Ah, Monsignore, come è vero che questa mia moglie io ho saputo d’averla soltanto dopo — tardi, tardi... E anche adesso: sí, devo averla; non c’è dubbio che l’ho — ma vi potrei giurare che non ci penso quasi mai. Sarà peccato,