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364 | maschere nude |
A Belcredi:
Belcredi (tentennando il capo ironicamente). Ma sí, ne faccio a meno... ne faccio a meno...
Di Nolli. Anche per non metterlo di nuovo in diffidenza, capisci?
Belcredi. Ma sí! Quantité négligeable!
Dottore. Bisogna dargli assolutamente, assolutamente la certezza che ce ne siamo andati via.
Entra dall’uscio a destra Landolfo seguito da Bertoldo.
Landolfo. Permesso?
Di Nolli. Avanti, avanti! Ecco... — Vi chiamate Lolo, voi?
Landolfo. Lolo o Landolfo, come vuole!
Di Nolli. Bene, guardate. Adesso il dottore e la Marchesa si licenzieranno...
Landolfo. Benissimo. Basterà dire che hanno ottenuto dal Pontefice la grazia del ricevimento. È lí nelle sue stanze, che geme pentito di tutto ciò che ha detto, e disperato che la grazia non l’otterrà. Se vogliono favorire... Avranno la pazienza di indossare di nuovo gli abiti...
Dottore. Sí, sí, andiamo, andiamo...
Landolfo. Aspettino. Mi permetto di suggerir loro una cosa: d’aggiungere che anche la Marchesa Matilde di Toscana ha implorato con loro dal Pontefice la grazia, che sia ricevuto.
Donna Matilde. Ecco! Vedete se m’ha riconosciuta?
Landolfo. No. Mi perdoni. È che teme tanto l’avversione di quella Marchesa che ospitò il Papa nel suo Castello. È strano: nella storia, che io sappia — ma lor signori sono certo in grado di saperlo meglio di me — non è detto, è vero, che Enrico IV amasse segretamente la Marchesa di Toscana?
Donna Matilde (subito). No: affatto. Non è detto! Anzi, tutt’altro!
Landolfo. Ecco, mi pareva! Ma egli dice d’averla amata. — lo dice sempre... — E ora teme che lo sdegno di lei per questo amore segreto debba agire a suo danno sull’animo del Pontefice.