Pagina:Pirandello - Maschere nude, Volume I - Verona, Mondadori, 1965.djvu/376

362 maschere nude


il Dottore fa segno di no col dito

dice di no?

Dottore. No. Perché la vita, caro barone, riprende! Qua — questa nostra — diventerà subito reale anche per lui; e lo tratterrà subito, strappandogli a un tratto l’illusione e scoprendogli che sono appena venti gli ottocent’anni che lei dice! Sarà, guardi, come certi trucchi, quello del salto nel vuoto, per esempio, del rito massonico, che pare chi sa che cosa, e poi alla fine s’è sceso uno scalino.

Belcredi. Oh che scoperta! Ma sí! — Guardate Frida e la Marchesa, dottore! Chi è piú avanti? — Noi vecchi, dottore! Si credono piú avanti i giovani; non è vero: siamo piú avanti noi, di quanto il tempo è piú nostro che loro.

Dottore. Eh, se il passato non ci allontanasse!

Belcredi. Ma no! Da che? Se loro

indica Frida e Di Nolli

debbono fare ancora quel che abbiamo già fatto noi, dottore: invecchiare, rifacendo su per giú le stesse nostre sciocchezze... L’illusione è questa, che si esca per una porta davanti, dalla vita! Non è vero! Se appena si nasce si comincia a morire, chi per prima ha cominciato è piú avanti di tutti. E il piú giovine è il padre Adamo! Guardate là

mostra Frida

d’ottocent’anni piú giovane di tutti noi, la Marchesa Matilde di Toscana.

E le si inchina profondamente.

Di Nolli. Ti prego, ti prego, Tito: non scherziamo.

Belcredi. Ah, se ti pare che io scherzi...

Di Nolli. Ma sí, Dio mio... da che sei venuto...

Belcredi. Come! Mi sono perfino vestito da benedettino...

Di Nolli. Già! Per fare una cosa seria...

Belcredi. Eh, dico... se è stato serio per gli altri... ecco, per Frida, ora, per esempio...

Poi, voltandosi al Dottore:

Le giuro, dottore, che non capisco ancora che cosa lei voglia fare.