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342 | maschere nude |
castello di Canossa alla presenza di Gregorio VII che non voleva riceverlo.
Belcredi. E io, scusate?
Landolfo. Lei si tenga rispettosamente da parte.
Donna Matilde (irritata, molto nervosa). Fareste bene ad andarvene!
Belcredi (piano, stizzoso). Voi siete molto commossa...
Donna Matilde (fiera). Sono come sono! Lasciatemi in pace!
Rientra Bertoldo con gli indumenti.
Landolfo (vedendolo entrare). Ah, ecco qua gli abiti! — Questo manto, per la Marchesa.
Donna Matilde. Aspettate, mi levo il cappello!
Eseguisce, e lo porge a Bertoldo.
Landolfo. Lo porterai di là.
Poi alla Marchesa, accennando di cingerle in capo la corona ducale:
Donna Matilde. Ma, Dio mio, non c’è uno specchio qua?
Landolfo. Ci sono di là.
Indica l’uscio a sinistra.
Donna Matilde. Sí, sí, sarà meglio, date qua; faccio subito.
Riprende il cappello ed esce con Bertoldo che reca il manto e la corona. Nel mentre il Dottore e Belcredi indosseranno da sé, alla meglio, le tonache da benedettini.
Belcredi. Questa di far da benedettino, dico la verità, non me la sarei mai aspettata. Oh, dico: è una pazzia che costa fior di quattrini!
Dottore. Mah! Anche tant’altre pazzie veramente...
Belcredi. Quando, per secondarle, si ha a disposizione un patrimonio...
Landolfo. Sissignore. Abbiamo di là un intero guardaroba, tutto di costumi del tempo, eseguiti a perfezione, su modelli antichi. È mia cura particolare: mi rivolgo a sartorie teatrali competenti. Si spende molto.
Donna Matilde rientra parata col manto e la corona.