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enrico iv 331


Dottore. Che era sorella di lui?

Accenna verso gli usci a destra, alludendo a Enrico IV.

Di Nolli. Sí, dottore; ed è un debito questa nostra venuta qua verso mia madre, che m’ha lasciato da un mese. Invece di trovarmi qua, io e lei

accenna a Frida

dovremmo essere in viaggio...

Dottore. E assorti in ben altre cure, capisco!

Di Nolli. Mah! È morta con la ferma fede che fosse prossima la guarigione di questo suo fratello adorato.

Dottore. E non mi può dire, scusi, da quali segni lo arguisse?

Di Nolli. Pare da un certo discorso strano che egli le fece, poco prima che la mamma morisse.

Dottore. Un discorso? Ecco... ecco... sarebbe utilissimo, utilissimo conoscerlo, per bacco!

Di Nolli. Ah, io non lo so! So che la mamma ritornò da quella sua ultima visita, angosciata; perché pare che egli sia stato di una tenerezza insolita, quasi presago della prossima fine di lei. Dal suo letto di morte, ella si fece promettere da me che non lo avrei mai trascurato; che lo avrei fatto vedere, visitare...

Dottore. Ecco. Va bene. Vediamo, vediamo prima... Tante volte, le minime cause... Questo ritratto, dunque...

Donna Matilde. Oh Dio, non credo, dottore, che ci si debba dare una soverchia importanza. Ha fatto impressione a me, perché non lo rivedevo da tanti anni.

Dottore. Prego, prego... abbia pazienza...

Di Nolli. Ma sí! Sta lí da una quindicina d’anni...

Donna Matilde. Piú! Piú di diciotto, ormai!

Dottore. Prego, scusino; se non sanno ancora che cosa io voglia domandare! Io faccio molto assegnamento, molto, su questi due ritratti, eseguiti, m’immagino, prima della famosa — e disgraziatissima — cavalcata; non è vero?

Donna Matilde. Eh, certo!

Dottore. Quand’egli era dunque perfettamente in sensi, ecco — volevo dir questo! — Propose lui, a lei, di farselo eseguire?

Donna Matilde. Ma no, dottore! Ce lo facemmo eseguire