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Al levarsi della tela i due valletti, come sorpresi, balzano dallo zoccolo su cui stanno sdrajati, e vanno a impostarsi come statue, uno di qua e uno di là ai piedi del trono, con le loro alabarde. Poco dopo dal secondo uscio a destra entrano Arialdo, Landolfo, Ordulfo e Bertoldo: giovani stipendiati dal marchese Carlo di Nolli perché fingano le parti di «Consiglieri segreti», vassalli regali della bassa aristocrazia alla Corte di Enrico IV. Vestono perciò in costume di cavalieri tedeschi del secolo XI. L’ultimo, Bertoldo, di nome Fino, assume ora per la prima volta il servizio. I tre compagni lo ragguagliano pigliandoselo a godere. Tutta la scena va recitata con estrosa vivacità.

Landolfo (a Bertoldo come seguitando una spiegazione). E questa è la sala del trono!

Arialdo. A Goslar!

Ordulfo. O anche, se vuoi, nel Castello dell’Hartz!

Arialdo. O a Worms.

Landolfo. Secondo la vicenda che rappresentiamo, balza con noi, ora qua, ora là.

Ordulfo. In Sassonia!

Arialdo. In Lombardia!

Landolfo. Sul Reno!

Uno dei valletti (senza scomporsi, movendo appena le labbra). Ps! Ps!

Arialdo (voltandosi al richiamo). Che cos’è?

Primo valletto (sempre come una statua, sottovoce). Entra o non entra?

allude a Enrico IV.

Ordulfo. No no. Dorme; state pur comodi.

Secondo valletto (scomponendosi insieme col primo, rifiatando