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questa sera si recita a soggetto 307


Lo apre; legge:

Il TROVATORE... Il TROVATORE... Leonora (soprano), Totina La Croce... Questa sera... — La zia, figliuole mie, la zia, la zia che canta... e la nonna e le altre ziette... sono qua! sono qua! Voi non le conoscete, non le avete mai vedute... e neppure io da tanti anni... Sono qua!

Pensando alle furie del marito:

(Ah, per questo... — qua, in paese — Totina che canta al teatro di qua...) C’è anche qua dunque un teatro?... io non lo sapevo... La zia Totina... dunque è vero! Forse con lo studio, la voce... Eh, se può cantare a teatro... — Ma voi non sapete neppure che cosa sia un teatro, povere figlie mie... Il teatro, il teatro, ora ve lo dico io com’è... Ci canta la zia Totina questa sera... Chi sa come sarà bella, da Leonora...

Si prova a cantare:

«Tacea la notte placida
e bella in ciel sereno
la luna il viso argenteo
mostrava lieto e pieno...»

Vedete che so cantare anch’io? Sí, sí, anch’io, anch’io so cantare; cantavo sempre, io, prima; lo so tutto a memoria Il Trovatore; e ve lo canto io! ve lo faccio io, ve lo faccio io ora il teatro; voi che non l’avete mai veduto, povere piccine mie, imprigionate qua con me. Sedete, sedete, qua davanti a me, tutt’e due accanto sulle vostre seggioline. Ve lo faccio io il teatro! Prima vi dico com’è:

siede davanti alle due bambine sbalordite; è tutta un tremito, e di punto in punto andrà sempre piú eccitandosi finché il cuore, mancandole, non la farà cader di schianto, morta:

Una sala, una sala grande grande, con tante file di palchi tutt’intorno, cinque, sei file piene di belle signore galanti, piume, gemme preziose, ventagli, fiori; e i signori in frak, lo sparato della camicia con le perline per bottoni e la cravatta bianca; e tanta, tanta gente anche giú, nelle poltrone tutte rosse e nella platea: un mare di teste; e lumi, lumi