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306 | maschere nude |
Accosta alle sue guance le due testine delle bimbe e rimane cosí. S’appressano, come congiurate, da destra, alla parete, venendo fuori dal bujo, la madre e le sorelle, sfarzosamente parate, cosí che facciano un quadro di vivacissimo colore, illuminato dall’alto opportunamente.
La signora Ignazia (chiamando, piano). Mommina... Mommina...
Mommina. Chi è?
Dorina. Siamo noi, Mommina!
Nenè. Siamo qua! Tutte.
Mommina. Qua, dove?
Totina. Qua — in paese: sono venuta a cantare qua!
Mommina. Totina — tu? — a cantare qua?
Nenè. Qua, sí, al teatro di qua!
Mommina. Ah Dio, qua? e quando? quando?
Nenè. Questa sera, questa sera stessa.
La signora Ignazia. Lasciate dire anche a me qualche cosa, benedette ragazze! Senti, Mommina... guarda... che volevo dire? ah sí... guarda, vuoi averne la prova? — Tuo marito ha lasciato il soprabito, lí sulla sedia...
Mommina (voltandosi a guardare). Sí, è vero.
La signora Ignazia. Cerca, cerca in una delle tasche di quel soprabito, e guarda quello che ci trovi!
Piano, alle ragazze:
Mommina (alzandosi e andando a frugare febbrilmente nelle tasche di quel soprabito). Che cosa? Che cosa?
Nenè (piano, all’Attrice Caratterista). (Risponde lei?)
L’attrice caratterista. (Ma no, dica... Che storie!)
Nenè (forte, a Mommina). L’annunzio del teatro... uno di quei manifestini gialli, sai? che qua in provincia si distribuiscono nei caffè...
La signora Ignazia. Ci troverai il nome di Totina, stampato grande... il nome della Prima-donna!
Scompajono.
Mommina (trovandolo). Eccolo! Eccolo qua...