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304 maschere nude


Mommina. Abbi compassione...

Verri. Quella che fosti — gli stessi pensieri, gli stessi sentimenti — li credevi cancellati in te, spenti? — non è vero! Il piú piccolo richiamo e rieccoli in te, vivi, quegli stessi!

Mommina. Li richiami tu...

Verri. No, un niente li richiama, perché vivono sempre — tu non lo sai, ma ti vivono sempre — appiattati sotto la coscienza! L’hai viva sempre, dentro di te, tutta la vita che hai vissuta! Basta un niente, una parola, un suono — la piú piccola sensazione — guarda, in me, l’odore della salvia, e sono in campagna, d’agosto, ragazzo d’otto anni, dietro la casa del garzone, all’ombra d’un grande olivo, con la paura d’un grosso calabrone azzurro, fosco, che ronza ingordo dentro il calice bianco di un fiore; lo vedo tremare sul gambo quel fiore violentato, all’urto della voracità feroce di quella bestia che mi fa paura; e l’ho qua ancora, alle reni, questa paura, l’ho qua! — Figuriamoci tu, tutta quella tua bella vita, le cose che avvenivano tra voi ragazze e tutti quei giovanotti per casa, chiusi in questa, in quella camera... — non negare! — ho visto io — cose... quella Nenè, una volta con Sarelli... — si credevano soli, e avevano lasciato l’uscio accostato — li potei vedere — Nenè finse di scappargli verso l’altro uscio in fondo — c’era una tenda, verde — uscita, riapparve subito, tra le ali di quella tenda — s’era scoperto il seno, tirando giú la maglietta di seta rosa — e con la mano faceva segno d’offrirglielo e subito con la stessa mano se lo nascondeva... L’ho vista io; una meraviglia di seno, sai? piccolo, da chiuderlo tutto in una mano! Licenza di far tutto... Prima che venissi io, tu con quel Pomàrici... — l’ho saputo! — ma anche prima che col Pomàrici chi sa con quanti altri! Per anni, quella vita, con la casa aperta a tutti...

Le si fa sopra, fremente, contraffatto.

Tu, certe cose... certe cose... le prime, con me... se veramente, come mi dicesti, le avessi fin’allora ignorate... non avresti potuto farle...

Mommina. No, no, ti giuro, mai, mai prima che a te, mai!

Verri. Ma abbracci, stringimenti, quel Pomàrici, sí — le braccia, le braccia, come te le stringeva? cosí? cosí?