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questa sera si recita a soggetto 299


Verri. Che stai a far lí?

Mommina. Niente. T’aspettavo.

Verri. Eri alla finestra?

Mommina. No.

Verri. Ci stai ogni sera.

Mommina. Questa sera, no.

Verri (dopo aver buttato su una sedia il soprabito, il cappello, la sciarpa). Non ti stanchi mai di pensare?

Mommina. Non penso nulla.

Verri. Le bambine sono a letto?

Mommina. Dove vuoi che siano, a quest’ora?

Verri. Te lo domando per richiamarti all’unico pensiero che dovresti avere: quello di loro.

Mommina. Ho pensato a loro tutta la giornata.

Verri. E ora a che pensi?

Mommina (comprendendo la ragione per cui con tanta insistenza le rivolge quella domanda, prima lo guarda con sdegno, poi, rimettendosi nell’atteggiamento d’apatica immobilità, gli risponde): D’andare a buttare a letto questa mia carne sfatta.

Verri. Non è vero! Voglio sapere a che pensil A che hai pensato tutto questo tempo, aspettandomi?

Pausa d’attesa, poiché lei non risponde.

Non rispondi? Eh sfido! Non me lo puoi dire!

Altra pausa.

Dunque confessi?

Mommina. Che confesso?

Verri. Che pensi a cose che non mi puoi dire!

Mommina. Te l’ho detto, a che penso: d’andare a dormire.

Verri. Con questi occhi, a dormire? con questa voce...? Vuoi dire, a sognare!

Mommina. Non sogno.

Verri. Non è vero! Sogniamo tutti. Non è possibile, dormendo, non sognare.

Mommina. Io non sogno.

Verri. Tu mentisci! Ti dico che non è possibile.

Mommina. E allora sogno; come vuoi tu...

Verri. Sogni, eh?... Sogni... Sogni, e ti vendichi! — Pensi, e ti vendichi! — Che sogni? dimmi che sogni!