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questa sera si recita a soggetto 289


zioni non mi par naturale che la figlia Mommina possa consentire a sposar Rico Verri, quell’energumeno, e resistere alle persuasioni contrarie della madre e delle sorelle, le quali han già chiesto informazioni nella vicina città sulla costa meridionale dell’Isola e saputo ch’egli è, sí, d’agiata famiglia, ma che il padre ha fama in paese d’usurajo e di uomo cosí geloso che in pochi anni fece morir la moglie di crepacuore. Come non si figura questa benedetta ragazza la sorte che l’attende? i patti, i patti a cui Rico Verri, sposandola per la picca di spuntarla contro quei suoi compagni ufficiali, si sarà arreso con quel padre geloso e usurajo, e quali altri patti avrà con sé stesso stabiliti, non solo per compensarci del sacrifizio che gli costa quel puntiglio, ma anche per rialzarsi di fronte ai suoi compaesani a cui è ben nota la fama che gode la famiglia della moglie? Chi sa come le farà scontare i piaceri che ha potuto darle la vita come finora l’ha vissuta in casa, con la sua mamma e le sue sorelle! Persuasioni, come vedete, validissime. La mia eccellentissima Prima Attrice, signorina...

dirà il nome della Prima Attrice

non è veramente del mio parere. Mommina è per lei la piú saggia delle quattro sorelle, la sacrificata, colei che ha sempre preparati per gli altri i divertimenti e non ne ha mai goduto se non a costo di fatiche, di veglie, di tormentosi pensieri; il peso della famiglia è tutto addosso a lei; e capisce tante cose, e prima di tutto che gli anni passano; e che il padre, con tutto quel disordine in casa, non ha potuto mettere nulla da parte; che nessun giovine del paese si prenderà mai in moglie qualcuna di loro; mentre il Verri, eh il Verri farà per lei, non uno, ma tre duelli con quegli ufficiali che subito, al primo colpo della sventura, si sono tutti squagliati: la passione dei melodrammi, in fondo, ce l’ha anche lei in comune con le sorelle: Raul, Ernani, don Alvaro...

«né toglier mi potrò
l’immagin sua dal cuor...»

tiene duro, e lo sposa.