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282 | maschere nude |
Verri. No, non io, prego! Io vorrei anzi che parlasse chi deve, e mi rispondesse a tono!
Allude alla Prima Attrice.
Mommina (esasperata, quasi fino a piangere). Ma sono, sono la vittima, vittima delle mie sorelle, della casa, di lei; vittima di tutti!
A questo punto, tra gli attori che parlano alla ribalta rivolti al Dottor Hinkfuss, si fa largo il vecchio Attore Brillante, ossia «Sampognetta» con un viso da morto, le mani insanguinate sul ventre ferito di coltello, e insanguinati anche il panciotto e i calzoni.
Sampognetta. Ma insomma, signor Direttore, io picchio, picchio, picchio, cosí tutto insanguinato; ho le budella in mano; devo venire a morir sulla scena, che non è facile per un attore brillante; nessuno mi fa entrare; trovo qua lo scompiglio; gli attori smontati; mancato l’effetto che mi ripromettevo di cavar fuori dalla mia entrata, perché, pur cosí grondante sangue e moribondo, sono anche ubriaco; domando a lei come si rimedia adesso!
Il dottor HinkFuss. Ma è subito fatto. S’appoggi alla sua chanteuse: dov’è?
La chanteuse. Sono qua.
Uno degli avventori del cabaret. E ci sono anch’io a sorreggerlo.
Il dottor Hinkfuss. Va bene, lo sorregga!
Sampognetta. Avevo le scale da fare, portato in collo da tutt’e due...
Il dottor Hinkfuss. Supponga d’averle fatte, santo Dio! - E voi tutti, a posto! E levate le disperazioni! — Possibile, affogare cosí in un bicchier d’acqua?
Ritorna alla sua poltrona, brontolando:
Si riprende la scena.