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questa sera si recita a soggetto 279


La signora Ignazia (a Nené). Va a chiamar tuo padre, subito! Salti il letto e venga qua, subito!

Sarelli. Ma s’è per questo, possiamo cacciarlo via noi!

Nenè (correndo a chiamare il padre). Papa! Papà! Via.

Verri (a Sarelli). Voi? Voglio vedervi! Cacciatemi via!

A Nenè che corre:

Chiami, sí, chiami papà: rispondo al capo di casa di quello che faccio! se pretendo da costoro il rispetto per voi tutte!

La signora Ignazia. Chi glien’ha dato l’incarico? Come osa pretenderlo?

Verri. Come, la signorina lo sa!

Indica Mommina.

Mommina. Ma non cosí, con la violenza!

Verri. Ah, è mia la violenza? Non degli altri su lei?

La signora Ignazia. Le ripeto che non voglio saper nulla. Quella è la porta: via!

Verri. No. Questo non me lo deve dir lei.

La signora Ignazia. Glielo dirà anche mia figlia! E del resto la padrona, a casa mia, sono io!

Dorina. Glielo diciamo noi tutte!

Verri. Non basta! Se la signorina è con me! Io sono qua il solo che abbia intenzioni oneste!

Sarelli. Ma guarda, oneste!

Nardi. Qua non si fa nulla di male!

Verri. La signorina lo sa!

Pomàrici. Buffone!

Verri. Buffoni vojaltri!

Brandendo una seggiola:

E guardatevi bene dall’intromettervi ancora, o finisce male ora stesso!

Pometti (ai compagni). Via, via, andiamo, ritiriamoci!

Dorina. Ma no! Perché?

Totina. Non ci lascerete sole! Non è mica lui il padrone in casa nostra!

Verri. Non ti buttar malato, tu, Nardi, domani! Ci rivedremo!