Pagina:Pirandello - Maschere nude, Volume I - Verona, Mondadori, 1965.djvu/279


questa sera si recita a soggetto 265


Mommina. Fanno un po’ d’allegria...

Verri. Potrebbero pensare che la fanno a spese della buona reputazione di tre ragazze perbene; e almeno astenersi da certi atti, da certe confidenze.

Mommina. Questo sí, è vero.

Verri. Io, per esempio, non tollererei piú che uno di loro si permettesse con lei —

Mommina. — non lo permetterei io, prima di tutti, lo sa!

Verri. Lasciamo andare, lasciamo andare, per carità! Anche lei, anche lei prima l’ha permesso!

Mommina. Ma ora non piú, da un pezzo, mi pare! Dovrebbe saperlo.

Verri. Non basta però che lo sappia io: dovrebbero saperlo anche loro!

Mommina. Lo sanno! Lo sanno!

Verri. Non lo sanno! Piú d’una volta han tenuto anzi a dimostrarmi di non volerlo sapere; e proprio come per cimentarmi.

Mommina. Ma no! Ma quando? Per carità, non si metta di queste idee per la testa!

Verri. Dovrebbero capire che con me non si scherza!

Mommina. Lo capiscono, stia sicuro! Ma piú lei dà a vedere d’aversi a male anche d’uno scherzo innocente, e piú quelli seguitano, anche per dimostrare di non averci messo alcuna malizia.

Verri. Lei dunque li scusa?

Mommina. Ma no! Dico questo per lei, perché stia tranquillo; e anche per me, che vivo, sapendola cosí, in uno stato di trepidazione continua. Andiamo, andiamo. La mamma s’è mossa; pare che voglia rientrare.

V

La signora Ignazia, su una panca, con Pometti e Mangini ai due lati.

La signora Ignazia. Ah voi vi dovreste acquistare una grande benemerenza, una grande benemerenza, cari miei, verso la civiltà!

Mangini. Noi! E come, signora Ignazia?