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254 | maschere nude |
Il dottor Hinkfuss. Sí sí, basta! basta cosí! A teatro! A teatro! Via tutti! Gli avventori rientrino nel Cabaret! Gli altri, via per la destra! E tirare un po’ il sipario da una parte e dall’altra!
Gli attori eseguiscono. Il sipario è tirato un po’ dalle due parti in modo da lasciare nel mezzo il muro bianco che deve fare da schermo alla projezione cinematografica dello spettacolo d’opera. Solo il vecchio Attore Brillante è rimasto li davanti, quando tutti gli altri sono scomparsi.
Il vecchio attore brillante (al Dottor Hinkfuss). Se non vado con loro a teatro, io debbo uscire per la sinistra, no?
Il dottor Hinkfuss. S’intende, lei per la sinistra! Vada, vada! Che domande!
Il vecchio attore brillante. No, volevo farle osservare che non m’han lasciato dire nemmeno una parola. Troppa confusione, signor Direttore!
Il dottor Hinkfuss. Ma nient’affatto! È andata benissimo! Via, via, se ne vada!
Il vecchio attore brillante. Dovevo far notare che le pago io tutte, sempre!
Il dottor Hinkfuss. Va bene, ecco che l’ha fatto notare; se ne vada! Ora è la scena del teatro!
Il vecchio Attore Brillante se ne va per la sinistra.
Il Dottor Hinkfuss torna a sedere alla sua poltrona. Intanto, a destra, dietro il sipario tirato fino a nascondere lo spigolo del muro col fanale, i servi di scena avranno collocato un grammofono a cui sia stato applicato un disco col finale del primo atto d’un vecchio melodramma italiano, «La forza del destino » o «Un ballo in maschera» o qualunque altro, purché se n’abbia sincronicamente la projezione su quel muro bianco che fa da schermo. Appena il suono del grammofono si fa sentire e la projezione comincia, s’illumina il palco, lasciato vuoto nella sala, d’una calda luce speciale che non si scorga donde provenga; e si vedono entrare la signora Ignazia con le quattro figliuole,