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252 | maschere nude |
Nenè. Ma lèvati ciò che t’hanno messo sul cappello!
Signora Ignazia (mentre il marito annaspa con le mani sul cappello). Le corna?
Dorina. Mascalzoni, chi è stato?
Totina. Ma guardate là!
Sampognetta (levandosele). A me, le corna? Ah, dunque per questo? Miserabili!
Signora Ignazia. E le tiene ancora in mano! Buttale via, imbecille! Buono soltanto a diventar lo zimbello di tutti i farabutti!
Mommina (alla madre). Non ci manca altro che tu ora, per giunta, te la pigli con lui —
Totina. — mentre sono stati questi schifosi!
Verri (andando verso la porta del Cabaret incontro agli avventori che guardano e ridono). Chi ha osato? Chi ha osato?
Ne prende uno per il petto.
Nenè. Ridono...
L’avventore (cercando di svincolarsi). Mi lasci! Non sono stato io! E non s’arrischi a mettermi le mani addosso!
Verri. Mi dica allora chi è stato!
Pomàrici. No, via, Verri, lascia!
Sarelli. È inutile star qui a far chiasso ancora!
Signora Ignazia. No no, io voglio soddisfazione dal padrone di questa tana di malviventi!
Totina. Lascia andare, mammà!
Secondo avventore (facendosi avanti). Badi come parla, signora! Qua ci sono anche gentiluomini!
Mommina. Gentiluomini che agiscono cosí?
Dorina. Mascalzoni farabutti!
Terzo ufficiale. Lasci andare, lasci andare, signorina!
Quarto avventore. Giovinastri, hanno scherzato...
Pomàrici. Ah, lo chiama scherzo lei?
Secondo avventore. Stimiamo tutti il signor Palmiro
Terzo avventore (alla signora Ignazia). — e non stimiamo lei, invece, per nient’affatto, cara signora!
Secondo avventore. Lei è la favola del paese!
Verri (inveendo, con le braccia levate). Tenete la lingua a posto, o guai a voi!