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E tra queste grida confuse, la Chanteuse seguiterà a protestare, trattenuta, dibattendosi:

La chanteuse. Vigliacchi, lasciatemi! Perché se lo merita? Che male v’ha fatto?

Sampognetta (alzandosi più che mai smarrito). Che mi merito? Che mi merito?

L’avventore che gli ha fatto lo scherzo. Ma niente, signor Palmiro, la lasci dire!

Secondo avventore. È ubriaca, al solito!

L’avventore che gli ha fatto lo scherzo. Se ne vada, se ne vada, questo non è posto per lei!

E lo spinge con gli altri verso la porta.

Terzo avventore. Lo sappiamo noi bene, quello che lei si merita, signor Palmiro!

Sampognetta è condotto fuori con le sue brave corna in testa. La trasparenza del muro si spegne. Si sentono ancora le grida di quelli che trattengono la Chanteuse; poi, una gran risata, e riattacca il jazz.

Sampognetta (ai due o tre avventori che lo hanno spinto a uscire e che ora se lo godono incoronato sotto il fanale acceso). Ma io vorrei sapere che cosa è successo.

Secondo avventore. Niente, è per la storia dell’altra sera.

Terzo avventore. La sanno tutti affezionato a questa chanteuse...

Secondo avventore. Volevano, cosí per scherzo, che ella le désse uno schiaffo, come l’altra sera --

Terzo avventore. - già! - dicendo che lei se lo merita!

Sampognetta. Ah, ho capito! ho capito!

Primo avventore. O oh! guardate! guardate! Su, in cielo! Le stelle!

Secondo avventore. Le stelle?

Primo avventore. Si muovono! si muovono!

Secondo avventore. Ma va’ là!

Sampognetta. Possibile?

Primo avventore. Sí, sí, guardate! Come se qualcuno le toccasse con due pertiche!

E alza le braccia facendo le corna.