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questa sera si recita a soggetto 243


che a imparare il catechismo e il ricamo? Passò quel tempo, Enea...

Lo va a prendere e lo tira fuori per mano.

Via, venga qua, sia buono! Le guardi; non ne fanno esposizione, ma pure le hanno, sa? come poche al giorno d’oggi, le loro brave virtú di donnine di casa, lei che parla di modestia! Mommina sa stare in cucina —

Mommina (con tono di rimprovero, come se la madre svelasse un segreto da vergognarsene). Mammà!

La signora Ignazia. — e Totina rammenda —

Totina (c. s.). Ma che dici!

La signora Ignazia. — e Nenè, —

Nenè (subito, aggressiva, minacciando di turarle la bocca). Ti vuoi star zitta, mammà?

La signora Ignazia. — mi trovi l’uguale per far ritornare nuovi i vestiti —

Nenè (c. s.). Ma insomma! basta!

La signora Ignazia. — smacchiarli —

Nenè (le tura la bocca). — basta cosí, mammà!

La signora Ignazia (liberandosi della mano di Nenè). — rivoltarli — e per tenere i conti Dorina!

Dorina. Hai finito di vuotare il sacco?

La signora Ignazia. A che siamo arrivati! Se ne vergognano —

Sampognetta. — come di vizii segreti!

La signora Ignazia. Eppoi non son pretenziose, ché si contentano di poco; basta che abbiano il teatro, restan anche digiune! Il nostro vecchio melodramma: ah! piace tanto anche a me!

Nenè (che sarà entrata con una rosa in mano). Ma no, anche la Carmen, mammà!

Si mette la rosa in bocca e canta, storcendosi procace sui fianchi:

È l’amore uno strano augello
che non si può domesticar...

L’attrice caratterista. Sí, va bene, anche la Carmen; ma il cuore non ti bolle come al fuoco del nostro vecchio melodramma, quando vedi l’innocenza che grida e non è