e raggiunto la quiete fissando per sempre in una forma immutabile la sua opera d’arte. Ha soltanto finito di vivere questa sua opera. La liberazione e la quiete non si hanno se non a costo di finire di vivere.
E quanti le han trovate e raggiunte sono in questa miserevole illusione, che credono d’essere ancora vivi, e invece son cosí morti che non avvertono piú nemmeno il puzzo del loro cadavere.
Se un’opera d’arte sopravvive è solo perché noi possiamo ancora rimuoverla dalla fissità della sua forma; sciogliere questa sua forma dentro di noi in movimento vitale; e la vita glie la diamo allora noi; di tempo in tempo diversa, e varia dall’uno all’altro di noi; tante vite, e non una; come si può desumere dalle continue discussioni che se ne fanno e che nascono dal non voler credere appunto questo: che siamo noi a dar questa vita; sicché quella che do io non è affatto possibile che sia uguale a quella di un altro. Vi prego di scusarmi, signori, del lungo giro che ho dovuto fare per venire a questo, che è il punto a cui volevo arrivare.
Qualcuno potrebbe domandarmi:
«Ma chi ha detto a lei che l’arte debba esser vita? La vita deve sí obbedire alle due necessità opposte che lei dice, e per ciò non è arte; come l’arte non è vita proprio perché riesce a liberarsi da codeste opposte necessità e consiste per sempre nell’immutabilità della sua forma. E ben per questo l’arte è il regno della compiuta creazione, laddove la vita è, come dev’essere, in una infinitamente varia e continuamente mutevole formazione. Ciascuno di noi cerca di crear sé stesso e la propria vita con quelle stesse facoltà dello spirito con le quali il poeta la sua opera d’arte. E difatti, chi piú n’è dotato e meglio sa adoperarle, riesce a raggiungere un piú alto stato e a farlo consistere piú durevolmente. Ma non sarà mai una vera creazione, prima di tutto perché destinata a deperire e finire con noi nel tempo; poi perché, tendendo a un fine da raggiungere, non sarà mai libera; e infine perché, esposta a tutti i casi impreveduti, imprevedibili, a tutti gli ostacoli che gli altri le oppongono, rischia continuamente d’esser contrariata, deviata, deformata. L’arte vendica in un certo senso la vita perché, la