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ciascuno a suo modo 207


di pietà, d’interesse per Giorgio Salvi, gridando d’aver voluto, ciascuno a suo modo e l’una contro l’altro, salvarlo. Nudi ora di questa menzogna, l’una difronte all’altro, per la pietà che d’improvviso s’ispireranno, smorti e tremanti si guarderanno un poco.

Rocca (quasi gemendo). Delia... Delia...

E andrà a lei per abbracciarla.

Delia (abbandonata, lasciandosi abbracciare). No... no... Ti sei ridotto cosí?

E tra lo stupore e l’orrore degli altri due, s’abbracceranno freneticamente.

Rocca. Delia mia!

Diego. Ecco il loro odio! Ah, per questo? Vedi? Vedi?

Francesco. Ma è assurdo! È mostruoso! C’è tra loro il cadavere d’un uomo!

Rocca (senza lasciarla, voltandosi come una belva sul pasto). È mostruoso, sí! Ma deve stare con me! Soffrire con me! con me!

Delia (presa d’orrore, svincolandosi ferocemente). No! no! vattene! vattene! lasciami!

Rocca (trattenendola, c. s.). No! Qua con me! con la mia disperazione! Qua!

Delia (c. s.). Lasciami, ti dico! lasciami! Assassino!

Francesco. La lasci, perdio! la lasci!

Rocca. Lei non mi s’accosti!

Delia (riuscendo a svincolarsi). Lasciami!

E mentre Francesco e Diego trattengono Michele Rocca, che vorrebbe avventarsi su lei:

Non ti temo! Non ti temo! No, no! Nessun male mi può venire da te, neanche se m’uccidi!

Rocca (contemporaneamente, trattenuto dai due, griderà): Delia! Delia! Ho bisogno d’aggrapparmi a te! di non essere piú solo!

Delia (c. s.). Non sento nulla! Mi sono illusa di sentire compassione, paura... no! non è vero!

Rocca (c. s.). Ma io impazzisco! lasciatemi!

Diego e Francesco. Sono due belve! È uno spavento!