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200 | maschere nude |
Prestino. Come no? La causa è lei! Insomma, io che ti rappresento ti dico di no, che non devi riceverla!
L'altro Ma una signora non si rimanda cosí — senza neanche sapere ciò che viene a fare, scusate"
Diego. Io non dico piú niente.
Il primo (a Francesco). Potresti sentire —
L'altro — ecco — e se per caso —
Francesco. — accennasse a voler parlare della vertenza? —
Prestino. — troncare subito!
Francesco. — ma io, per me, la mando al diavolo, figurati!
Prestino. Sta bene. Vai, vai.
Francesco uscirà, seguito dal Cameriere.
Diego. L’unica per me sarebbe ch’egli le consigliasse di...
A questo punto, scostando furiosamente la tenda della veranda, irromperà dal giardino Michele Rocca in preda a unafosca agitazione a stento contenuta. È sui trent’anni, bruno, macerato dai rimorsi e dalla passione. Dal suo viso alterato, da tutti i suoi modi apparirà chiaro che è pronto a ogni eccesso.
Rocca. Permesso?
Sorpreso di trovarsi tra tanti che non s’aspettava.
Prestino (tra lo sbalordimento degli altri e suo). Ma chi è lei, scusi?
Rocca. Michele Rocca.
Diego. Ah, eccolo!
Rocca (a Diego). Lei è il signor Francesco Savio?
Diego. Io no. Savio è di là.
Indicherà l’uscio a destra.
Prestino. Ma lei, scusi, com’è entrato qua — cosí?
Rocca. M’hanno indicato quest’entrata.
Diego. Il portinajo — credendolo forse uno degli amici —
Rocca. Non è entrata qua, prima di me, una signora?
Prestino. Ma che forse lei la inseguiva?
Rocca. La inseguivo, sissignore! Sapevo che doveva recarsi qua.
Diego. E anch’io! E anche la sua venuta ho previsto sa!