![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
ciascuno a suo modo | 195 |
i tuoi affetti — tutto il consueto della tua esistenza — col tuo povero corpo che ancora si muove e può seguire il flusso della vita, fino a tanto che il movimento, che a mano a mano si va rallentando e irrigidendo sempre piú con la vecchiaja, non cesserà del tutto, e buona notte!
Francesco. Ma tu stavi parlando di Delia Morello —
Diego. — ah, sí per dirvi tutta la mia ammirazione — e che almeno è una gioja — una bella gioja spaventosa — quando, investiti dal flusso in un momento di tempesta, assistiamo al crollo di tutte quelle forme fittizie in cui s’era rappresa la nostra sciocca vita quotidiana; e sotto gli argini, oltre i limiti che ci eran serviti per comporci comunque una coscienza, per costruirci una personalità qualsiasi, vediamo anche quel tanto del flusso che non ci scorreva dentro ignoto, che ci si scopriva distinto perché lo avevamo incanalato con cura nei nostri affetti, nei doveri che ci eravamo imposti, nelle abitudini che ci eravamo tracciate, straripare in una magnifica piena vorticosa e sconvolgere e travolgere tutto. — Ah, finalmente! — L’uragano, l’eruzione, il terremoto!
Tutti (a coro). — Ti sembra bello? — Ah, grazie tante! — Alla larga! — Dio ci scampi e liberi!
Diego. Cari miei, dopo la farsa della volubilità, dei nostri ridicoli mutamenti, la tragedia di un’anima scompigliata, che non sa piú come raccapezzarsi! — E non è lei sola. —
A Francesco:
Francesco. — l’altro? chi? Michele Rocca?
Diego. Lui, lui: Michele Rocca.
Il primo. È arrivato jersera da Napoli!
L'altro Ah, ecco! Ho saputo che cercava Palegari per schiaffeggiarlo — volevo dirvi questo poco fa! Cercava Palegari per schiaffeggiarlo!
Prestino. Ma sí, già lo sapevamo! —
A Francesco:
Francesco (a Diego). E perché dovrebbe venire qua da me, adesso?