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resterà in tronco, smarrito, tutti lo guarderanno, sospesi.

Il primo (dopo avere atteso un po'). — che cosa?

L’altro. — una cosa... Oh perdio! non ricordo piú.

Si presenterà a questo punto sulla soglia dell’uscio a destra Diego Cinci.

Diego. Permesso?

Francesco (restando). Oh! Diego... tu?

Prestino. Non ti manda nessuno?

Diego (scrollandosi). Chi vuoi che mi mandi? — Buon giorno, Maestro.

Il maestro. Buon giorno, caro Cinci... Ma io vado.

Stringendo la mano al Savio:

A rivederla domattina, caro Savio. E stia tranquillo, eh?

Francesco. Tranquillissimo, non dubiti. Grazie.

Il maestro (agli altri, salutando). Signori, mi dispiace lasciar la compagnia; ma debbo andare.

Gli altri risponderanno al saluto.

Francesco. Guardi, Maestro, se vuole, può andar via di qua

indicherà l’uscio della veranda

scosti la tenda là in fondo; c’è la scalinata; sarà subito in giardino.

Il maestro. Ah, grazie: farò cosí. Buon giorno a tutti.

Via.

Il primo (a Diego). Ci aspettavamo che tu facessi da padrino a Doro Palegari.

Diego (farà prima segno di no, col dito). Non ho voluto. Mi son trovato in mezzo, jersera. Amico dell’uno e dell’altro, ho voluto restare estraneo.

L’altro. E perché sei venuto adesso?

Diego. Per dire che sono felicissimo che vi battiate.

Prestino. Felicissimo è troppo!

Gli altri rideranno.

Diego. E vorrei che si ferissero, tutti e due, senza serie conseguenze. Un piccolo salasso sarebbe salutare. E poi al-