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ciascuno a suo modo 183


Lo spettatore pacifico. Speriamo che non si bastonino!

Uno dei favorevoli. Oh badate che è una bella sorte davvero! Quando venite ad ascoltare le commedie degli altri autori, vi abbandonate sulla vostra poltrona, vi disponete ad accogliere l’illusione che la scena vi vuol creare, se riesce a crearvela! Quando venite invece ad ascoltare una commedia di Pirandello, afferrate con tutte e due le mani i bracciuoli della poltrona, cosí, vi mettete — cosí — con la testa come pronta a cozzare, a respingere a tutti i costi quel che l’autore vi dice. Sentite una parola qualunque che so? «sedia» — ah perdio, senti?, ha detto «sedia»; ma a me non me la fa! Chi sa che cosa ci sarà sotto a codesta sedia!

Uno dei contrari. Ah, tutto, tutto — d’accordo! — tranne un po’ di poesia però!

Altri contrari. Benissimo! benissimo! E noi vogliamo un po’ di poesia! di poesia!

Un altro dei favorevoli. Sí, andate a cercarla sotto i sediolini degli altri, la poesia!

I contrari. Ma basta con questo nihilismo spasmodico!
— E questa voluttà d’annientamento!
— Negare non è costruire!

Il primo dei favorevoli (investendo). Chi nega? Negate voi!

Uno degli investiti. Noi? Non abbiamo mai detto, noi, che la realtà non esiste!

Il primo dei favorevoli. E chi ve la nega, la vostra, se siete riusciti a crearvela?

Un secondo. La negate voi agli altri, dicendo che è una sola —

Il primo. — quella che pare a voi, oggi —

Il secondo. — e dimenticando che jeri vi pareva un’altra!

Il primo. Perché la avete dagli altri, voi, come una convenzione qualunque, parola vuota: monte, albero, strada, credete che ci sia una «data» realtà; e vi sembra una frode se altri vi scopre ch’era invece un’illusione! Sciocchi! Qua s’insegna che ciascuno se lo deve costruire da sé il terreno sotto i piedi, volta per volta, per ogni passo che vogliamo dare, facendovi crollare quello che non v’appartiene, perché non ve l’eravate costruito da voi e ci camminavate da parassiti, da parassiti, rimpiangendo l’antica poesia perduta!