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di tanto in tanto qualcuno in cerca di lume. Giova e diverte veder cambiare a vista d’opinione, due o tre volte, dopo aver colto a volo due o tre opposti pareri. Qualche spettatore pacifico fumerà, e fumerà la sua noja, se annojato; i suoi dubbi, se dubbioso; poiché il vizio del fumo, come ogni altro vizio divenuto abituale, ha questo di triste, che non dà più, se non raramente, gusto per sé, ma prende qualità dal momento in cui si sodisfa e dall’animo con cui si sodisfa. Potranno cosí fumare, se vogliono, anche gli irritati, e ridurranno in fumo la loro irritazione.

Tra la folla, i pennacchi di due carabinieri. Qualche maschera, qualche uscere del teatro; due o tre donne dei palchi vestite di nero e col grembiulino bianco. Qualche giornalajo griderà i titoli dei giornali. Nei crocchi, qua e là, anche qualche signora. Non vorrei che fumasse. Ma forse piú di una fumerà. Altre si vedranno andar per visita da un palco all’altro.

I cinque critici drammatici si manterranno dapprima, specie se interrogati, molto riservati nel giudizio. Si saranno messi insieme, a poco a poco, per scambiarsi le prime impressioni. Gli amici indiscreti che s’accosteranno a udire, attrarranno subito molti curiosi, e allora i critici o taceranno o s’allontaneranno. Non è escluso che qualcuno di loro che dirà peste e vituperii della commedia e dell’autore qua nel corridojo, non ne debba poi dir bene il giorno dopo sul suo giornale. Tanto è vero che altro è la professione, altro l’uomo che la professa per ragioni di convenienza che lo costringano a sacrificare la propria sincerità (questo, s’intende, quando il sacrificio sia possibile: che egli abbia, voglio dire, una sincerità da sacrificare). E parimenti potranno mostrarsi denigratori accaniti quegli stessi spettatori che avranno applaudito nella sala il primo atto della commedia.

Facilmente si potrebbe recitare a soggetto questo primo intermezzo corale, tanto ormai son noti e ripetuti i giudizii che sidanno indistintamente di tutte le commedie di questo autore: «cerebrali», «paradossali », «oscure», «assurde», «inverosimili». Tuttavia, saranno qui segnate le battute piú importanti dell’uno e dell’altro degli attori momentanei di questo intermezzo, senza esclusione di quelle che potranno essere improvvisate per tener viva la confusa agitazione del corridojo.

Dapprima, brevi esclamazioni, domande, risposte di spettatori indifferenti, che usciranno per i primi, mentre dall’interno si sentirà il sordo fragorio della platea.