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ciascuno a suo modo 171


Delia. — come unica ambita, perché unica degna di lui!

Doro. E basta! — Basta! — Perché la vostra vendetta, cosí, era già fatta! Voi non voleste affatto che egli vi sposasse, è vero?

Delia. No! no! Lottai tanto, tanto, per dissuaderlo! Quando corrivo, esasperato per le mie ostinate repulse, minacciò di far pazzie — volli partire, sparire.

Doro. E poi gl’imponeste le condizioni che sapevate per lui piú dure — apposta —

Delia. — apposta, sí, apposta —

Doro. — ch’egli cioè vi presentasse come promessa sposa alla madre, alla sorella —

Delia. — sí, sí — della cui illibata riserbatezza era orgoglioso e gelosissimo — apposta, perché dicesse di no! — Ah, come parlava di quella sua sorellina!

Doro. Benissimo! Allora, come ho sostenuto io! — E ditemi la verità: quando il fidanzato della sorella, il Rocca —

Delia (con orrore). — no! no! Non mi parlate, non mi parlate di lui, per carità!

Doro. Questa è la massima prova delle ragioni sostenute da me, e dovete dirlo, dovete dirlo che è vero, quello che ho sostenuto io —

Delia. — sí; che mi misi con lui, disperata, disperata, quando non vidi piú altra via di scampo —

Doro. — ecco! benissimo! —

Delia. — per farmi sorprendere, sí, per farmi sorprendere da lui, e impedire cosí quel matrimonio —

Doro. — che sarebbe stato la sua infelicità —

Delia. — e anche la mia! la mia! —

Doro (trionfante). — benissimo! Tutto quello che ho sostenuto io! Cosí v’ho difesa! — E quell’imbecille che diceva di no! che tanto le repulse, quanto la lotta, la minaccia, il tentativo di sparire, furono tutte perfide arti —

Delia (impressionata). — diceva questo? —

Doro. — già! ben meditate ed attuate per ridurre alla disperazione il Salvi, dopo averlo sedotto —

Delia (c. s.). — ah — io — sedotto? —

Doro. — sicuro! — e che piú lui si disperava e piú voi vi negavate, per ottenere tante e tante cose, ch’egli altrimenti non vi avrebbe mai accordate —