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Doro. Ma no! ma no!

Francesco. Come no? Ci sono stato male tutta la notte, credi! A pensare come mi fosse potuto rimanere oscuro il sentimento generoso —

Diego (di scatto). — benissimo! — che l’ha spinto a difendere Delia Morello, eh?

Francesco. — davanti a tutti — coraggiosamente — mentre tutti le gridavano la croce addosso.

Diego. Tu prima di tutti!

Francesco (con calore). Ma sí! Per non aver considerato a fondo le ragioni, una piú giusta e piú valida dell’altra, addotte da Doro!

Doro (con dispetto e restando). Ah sí? tu, ora? —

Diego (c. s.). — benissimo! In favore di quella donna, è vero? —

Francesco. — sfidando lo scandalo! Imperterrito contro le risa sguajate con cui tutti quegli sciocchi accoglievano le sue risposte sferzanti!

Doro (c. s. prorompendo). Senti! Tu sei un pulcinella!

Francesco. Come! Vengo a darti ragione!

Doro. Appunto per questo! Un pulcinella!

Diego (a Francesco). Voleva darti ragione — lui, a te!

Francesco. A me?

Diego. A te! a te! per tutto quello che hai detto tu contro Delia Morello!

Doro. E ora ha il coraggio di venirmi a dire in faccia che avevo ragione io!

Francesco. Ma perché ho riflettuto su quello che dicesti jersera!

Diego. Eh già! Capisci? Come lui su quello che dicevi tu!

Francesco. E ora lui dà ragione a me?

Diego. Come tu a lui!

Doro. Ora, già! Dopo avermi reso jersera lo zimbello di tutti, il bersaglio di tutte le malignità, e aver qua turbato mia madre —

Francesco. — io?

Doro. — tu! tu! sí! cimentandomi, compromettendomi, facendomi dir cose che non m’erano mai passate per la mente!

Parandoglisi di fronte, aggressivo, fremente;