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164 | maschere nude |
Doro. Ma no! ma no!
Francesco. Come no? Ci sono stato male tutta la notte, credi! A pensare come mi fosse potuto rimanere oscuro il sentimento generoso —
Diego (di scatto). — benissimo! — che l’ha spinto a difendere Delia Morello, eh?
Francesco. — davanti a tutti — coraggiosamente — mentre tutti le gridavano la croce addosso.
Diego. Tu prima di tutti!
Francesco (con calore). Ma sí! Per non aver considerato a fondo le ragioni, una piú giusta e piú valida dell’altra, addotte da Doro!
Doro (con dispetto e restando). Ah sí? tu, ora? —
Diego (c. s.). — benissimo! In favore di quella donna, è vero? —
Francesco. — sfidando lo scandalo! Imperterrito contro le risa sguajate con cui tutti quegli sciocchi accoglievano le sue risposte sferzanti!
Doro (c. s. prorompendo). Senti! Tu sei un pulcinella!
Francesco. Come! Vengo a darti ragione!
Doro. Appunto per questo! Un pulcinella!
Diego (a Francesco). Voleva darti ragione — lui, a te!
Francesco. A me?
Diego. A te! a te! per tutto quello che hai detto tu contro Delia Morello!
Doro. E ora ha il coraggio di venirmi a dire in faccia che avevo ragione io!
Francesco. Ma perché ho riflettuto su quello che dicesti jersera!
Diego. Eh già! Capisci? Come lui su quello che dicevi tu!
Francesco. E ora lui dà ragione a me?
Diego. Come tu a lui!
Doro. Ora, già! Dopo avermi reso jersera lo zimbello di tutti, il bersaglio di tutte le malignità, e aver qua turbato mia madre —
Francesco. — io?
Doro. — tu! tu! sí! cimentandomi, compromettendomi, facendomi dir cose che non m’erano mai passate per la mente!
Parandoglisi di fronte, aggressivo, fremente;