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ciascuno a suo modo | 157 |
cosina attaccata all’estremità di essi li impacciasse nel salto. Riuscendo vano ogni sforzo, se li nettava vivacemente con quelli davanti e ritentava il salto. Stetti piú di mezz’ora a osservarlo. Vidi morir lui e non vidi morire mia madre. Ha capito? — Mi lasci stare!
Donna Livia (confusa, stordita, dopo averguardato gli altri due, anch’essi confusi, storditi). Io vi chiedo scusa ma non vedo che relazione...
Diego. Le sembra assurdo? Lei domani riderà — gliel’assicuro io — di tutta codesta vana costernazione per suo figlio, ripensando a questo calessino che ora le ho fatto passar davanti per frastornarla. Consideri che io non posso ridere ugualmente, pensando a quell’insetto che mi cadde sotto gli occhi mentre vegliavo mia madre che moriva.
Pausa. Donna Livia e i due vecchi amici, dopo questa brusca diversione, torneranno a guardarsi tra loro, piú che mai imbalorditi, non riuscendo, per quanta buona volontà ci mettano, a far entrare quel calessino e quell’insetto nell’argomento del loro discorso. D’altra parte Diego Cinci è veramente commosso dal ricordo della morte della madre; per cui Doro Palegari, che entrerà in questo momento, lo troverà del tutto cambiato d’umore.
Doro (sorpreso, dopo aver guardato in giro tutti e quattro). Che cos’è?
Donna Livia (riavendosi). Ah! Eccoti qua! Doro, Doro, figlio mio, che hai fatto? Questi amici mi hanno detto...
Doro (scattando, irritatissimo).... dello scandalo, è vero?... che sono cotto, fradicio, pazzo di Delia Morello, eh? Tutti gli amici che m’incontrano per via, mi fanno l’occhietto: — «Eh, Delia Morello?» — Ma perdio, dove siamo? in che mondo viviamo?
Donna Livia. Ma se tu —
Doro. — io, che cosa? È incredibile, parola d’onore! È già, subito, diventato uno scandalo!
Donna Livia. Hai difeso —
Doro. — non ho difeso nessuno! — Donna Livia. — in casa Avanzi, jersera —
Doro. — in casa Avanzi jersera ho sentito esprimere da Francesco Savio un’opinione che non m’è sembrata giusta