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136 | maschere nude |
Il figlio (colluttando con lui e alla fine buttandolo a terra presso la scaletta, tra l’orrore di tutti). Ma che cos’è codesta frenesia che t’ha preso? Non ha ritegno di portare davanti a tutti la sua vergogna e la nostra! Io non mi presto! non mi presto! E interpreto cosí la volontà di chi non volle portarci sulla scena!
Il capocomico. Ma se ci siete venuti!
Il figlio (additando il Padre). Lui, non io!
Il capocomico. E non è qua anche lei?
Il figlio. C’è voluto venir lui, trascinandoci tutti e prestandosi anche a combinare di là insieme con lei non solo quello che è realmente avvenuto; ma come se non bastasse, anche quello che non c’è stato!
Il capocomico. Ma dica, dica lei almeno che cosa c’è stato! Lo dica a me! Se n’è uscito dalla sua camera, senza dir nulla?
Il figlio (dopo un momento d’esitazione). Nulla. Proprio per non fare una scena!
Il capocomico (incitandolo). Ebbene, e poi? che ha fatto?
Il figlio (tra l’angosciosa attenzione di tutti, movendo alcuni passi sul proscenio). Nulla... Attraversando il giardino...
S’interromperà, fosco, assorto.
Il capocomico (spingendolo sempre piú a dire, impressionato da ritegno di lui). Ebbene? attraversando il giardino?
Il figlio (esasperato, nascondendo il volto con un braccio). Ma perché mi vuol far dire, signore? È orribile!
La Madre tremerà tutta, con gemiti soffocati, guardando verso la vasca.
Il capocomico (piano, notando quello sguardo, si rivolgerà al Figlio con crescente apprensione). La bambina?
Il figlio (guardando davanti a sé, nella sala). Là, nella vasca...
Il padre (a terra, indicando pietosamente la Madre). E lei lo seguiva, signore!
Il capocomico (al Figlio, con ansia). E allora, lei?
Il figlio (lentamente, sempre guardando davanti a sé). Accorsi; mi precipitai per ripescarla... Ma a un tratto m’arrestai, perché dietro quegli alberi vidi una cosa che mi gelò: il