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sei personaggi in cerca d’autore | 135 |
Il figlio. Ah, sí! Grazie! Ma non ha ancora compreso che questa commedia lei non la può fare? Noi non siamo mica dentro di lei, e i suoi attori stanno a guardarci da fuori. Le par possibile che si viva davanti a uno specchio che, per di piú, non contento d’agghiacciarci con l’immagine della nostra stessa espressione, ce la ridà come una smorfia irriconoscibile di noi stessi?
Il padre. Questo è vero! Questo è vero! Se ne persuada!
Il capocomico (all’Attor Giovane e alla Seconda Donna). Va bene, si levino davanti!
Il figlio. È inutile! Io non mi presto.
Il capocomico. Si stia zitto, adesso, e mi lasci sentir sua madre!
Alla Madre:
La madre. Sissignore, nella sua camera, non potendone piú. Per votarmi il cuore di tutta l’angoscia che m’opprime. Ma appena lui mi vide entrare — Il figlio. — nessuna scena! Me ne andai; me n’andai per non fare una scena. Perché non ho mai fatto scene, io; ha capito?
La madre. È vero! È cosí. È cosí!
Il capocomico. Ma ora bisogna pur farla questa scena tra lei e lui! È indispensabile!
La madre. Per me, signore, io sono qua! Magari mi desse lei il modo di potergli parlare un momento, di potergli dire tutto quello che mi sta nel cuore.
Il padre (appressandosi al Figlio, violentissimo). Tu la farai! per tua madre! per tua madre!
Il figlio (piú che mai risoluto). Non faccio nulla!
Il padre (afferrandolo per il petto, e scrollandolo). Per Dio, obbedisci! Obbedisci! Non senti come ti parla? Non hai viscere di figlio?
Il figlio (afferrandolo anche lui). No! No! e finiscila una buona volta!
Concitazione generale. La Madre, spaventata, cercherà di interporsi, di separarli.
La madre (c. s.). Per carità! Per carità!
Il padre (senza lasciarlo). Devi obbedire! Devi obbedire!