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L’apparatore (dall’alto). Che cosa?

Il capocomico. Un po’ di cielo! Un fondalino, che cada qua dietro questa vasca!

Si vedrà calare dall’alto del palcoscenico una tela bianca.

Il capocomico. Ma non bianco! T’ho detto cielo! Non fa nulla, lascia: rimedierò io.

Chiamando:

Ehi, elettricista, spegni tutto e dammi un po’ di atmosfera... atmosfera lunare... blu, blu alle bilance, e blu sulla tela, col riflettore... Cosí! Basta!

Si sarà fatta, a comando, una misteriosa scena lunare, che indurrà gli Attori a parlare e muoversi come di sera, in un giardino, sotto la luna.

Il capocomico (alla Figliastra). Ecco, guardi! E ora il giovinetto, invece di nascondersi dietro gli usci delle stanze, potrebbe aggirarsi qua nel giardino, nascondendosi dietro gli alberi. Ma capirà che sarà difficile trovare una bambina che faccia bene la scena con lei, quando le mostra i fiorellini.

Rivolgendosi al Giovinetto:

Venga, venga avanti lei, piuttosto! Vediamo di concretare un po’!

E poiché il ragazzo non si muove:

Avanti, avanti!

Poi, tirandolo avanti, cercando di fargli tener ritto il capo che ogni volta ricasca giú:

Ah, dico, un bel guajo, anche questo ragazzo... Ma com’è?... Dio mio, bisognerebbe pure che qualche cosa dicesse...

Gli s’appresserà, gli poserà una mano sulla spalla, lo condurrà dietro allo spezzato d’alberi.

Venga, venga un po’: mi faccia vedere! Si nasconda un po’ qua... Cosí... Si provi a sporgere un po’ il capo, a spiare...