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sei personaggi in cerca d’autore 129


dosi dietro gli usci a meditare un proposito, in cui - com’ha detto? -

La figliastra. si dissuga, signore, si dissuga tutto!

Il capocomico. Non ho mai sentito codesta parola! E va bene: «crescendo soltanto negli occhi», è vero?

La figliastra. Sissignore: eccolo lí!

Lo indicherà presso la Madre.

Il capocomico. Brava! E poi, contemporaneamente, vorrebbe anche quella bambina che giuoca, ignara, nel giardino. L’uno in casa, e l’altra nel giardino, è possibile?

La figliastra. Ah, nel sole, signore, felice! È l’unico mio premio, la sua allegria, la sua festa, in quel giardino; tratta dalla miseria, dallo squallore di un’orribile camera dove dormivamo tutti e quattro e io con lei io, pensi! con l’orrore del mio corpo contaminato, accanto a lei che mi stringeva forte forte coi suoi braccini amorosi e innocenti. Nel giardino, appena mi vedeva, correva a prendermi per mano. I fiori grandi non li vedeva; andava a scoprire invece tutti quei «pittoli pittoli» e me li voleva mostrare, facendo una festa, una festa!

Cosí dicendo, straziata dal ricordo, romperà in un pianto lungo, disperato, abbattendo il capo sulle braccia abbandonate sul tavolino. La commozione vincerà tutti. Il Capocomico le si accosterà quasi paternamente, e le dirà per confortarla:

Il capocomico. Faremo il giardino, faremo il giardino, non dubiti: e vedrà che ne sarà contenta! Le scene le aggrupperemo lí.

Chiamando per nome un Apparatore:

Ehi, càlami qualche spezzato d’alberi! Due cipressetti qua davanti a questa vasca!

Si vedranno calare dall’alto del palcoscenico due cipressetti. Il Macchinista, accorrendo, fermerà coi chiodi i due pedani.

Il capocomico (alla Figliastra). Cosí alla meglio, adesso, per dare un’idea.

Richiamerà per nome l’Apparatore:

Ehi, dammi ora un po’ di cielo!