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sei personaggi in cerca d’autore 125


non abbiamo altra realtà fuori di questa illusione!

Il capocomico (stordito, guardando i suoi Attori rimasti anch’essi come sospesi e smarriti). E come sarebbe a dire?

Il padre (dopo averli un po’ osservati, con un pallido sorriso). Ma sí, signori! Quale altra? Quella che per loro è un’illusione da creare, per noi è invece l’unica nostra realtà.

Breve pausa. Si avanzerà di qualche passo verso il Capocomico, e soggiungerà:

Ma non soltanto per noi, del resto, badi! Ci pensi bene.

Lo guarderà negli occhi.

Mi sa dire chi è lei?

E rimarrà con l’indice appuntato su lui.

Il capocomico (turbato, con un mezzo sorriso). Come, chi sono? Sono io!

Il padre. E se le dicessi che non è vero, perché lei è me?

Il capocomico. Le risponderei che lei è un pazzo!

Gli Attori rideranno.

Il padre. Hanno ragione di ridere: perché qua si giuoca;

al Direttore:

e lei può dunque obbiettarmi che soltanto per un giuoco quel signore là,

indicherà il Primo Attore

che è «lui», dev’esser «me», che viceversa sono io, «questo». Vede che l’ho colto in trappola?

Gli Attori torneranno a ridere.

Il capocomico (seccato). Ma questo s’è già detto poco fa! Daccapo?

Il padre. No, no. Non volevo dir questo, infatti. Io la invito anzi a uscire da questo giuoco

guardando la Prima Attrice, come per prevenire

— d’arte! d’arte! che lei è solito di fare qua coi suoi attori; e torno a domandarle seriamente: chi è lei?

Il capocomico (rivolgendosi quasi strabiliato, e insieme irritato,