Pagina:Pirandello - Maschere nude, Volume I - Verona, Mondadori, 1965.djvu/133


sei personaggi in cerca d’autore 119


che lui mi dica come m’ha detto: «Togliamo via subito, allora, codesto vestitino!». E io, con tutto il mio lutto nel cuore, di appena due mesi, me ne sono andata là, vede? là, dietro quel paravento, e con queste dita che mi ballano dall’onta, dal ribrezzo, mi sono sganciato il busto, la veste...

Il capocomico (ponendosi le mani tra i capelli). Per carità! Che dice?

La figliastra (gridando, frenetica). La verità! la verità, signore!

Il capocomico. Ma sí, non nego, sarà la verità... e comprendo, comprendo tutto il suo orrore, signorina; ma comprenda anche lei che tutto questo sulla scena non è possibile!

La figliastra. Non è possibile? E allora, grazie tante, io non ci sto!

Il capocomico. Ma no, veda...

La figliastra. Non ci sto! non ci sto! Quello che è possibile sulla scena ve lo siete combinato insieme tutti e due, di là, grazie! Lo capisco bene! Egli vuol subito arrivare alla rappresentazione caricando dei suoi travagli spirituali; ma io voglio rappresentare il mio dramma! il mio!

Il capocomico (seccato, scrollandosi fieramente). Oh, infine, il suo! Non c’è soltanto il suo, scusi! C’è anche quello degli altri! Quello di lui,

indicherà il Padre

quello di sua madre! Non può stare che un personaggio venga, cosí, troppo avanti, e sopraffaccia gli altri, invadendo la scena. Bisogna contener tutti in un quadro armonico e rappresentare quel che è rappresentabile! Lo so bene anch’io che ciascuno ha tutta una sua vita dentro e che vorrebbe metterla fuori. Ma il difficile è appunto questo: farne venir fuori quel tanto che è necessario, in rapporto con gli altri; e pure in quel poco fare intendere tutta l’altra vita che resta dentro! Ah, comodo, se ogni personaggio potesse in un bel monologo, o... senz’altro... in una conferenza venire a scodellare davanti al pubblico tutto quel che gli bolle in pentola!

Con tono bonario, conciliativo: