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La figliastra. Eh, ma il meglio viene adesso! perché non si prosegue?

Il capocomico. Abbia pazienza un momento!

Tornando a rivolgersi agli Attori:

Va trattata, naturalmente, con un po’ di leggerezza —

Il primo attore. — di spigliatezza, già — La prima attrice. Ma sí, non ci vuol niente!

Al Primo Attore:

Possiamo subito provarla, no?

Il primo attore. Oh, per me... Ecco, giro per far l’entrata!

Escirà per esser pronto a rientrare dalla porta del fondalino.

Il capocomico (alla Prima Attrice). E allora, dunque, guardi, è finita la scena tra lei e quella Madama Pace, che penserò poi io a scrivere. Lei se ne sta... No, dove va?

La prima attrice. Aspetti, mi rimetto il cappello...

Eseguirà, andando a prendere il suo cappello dall’attaccapanni.

Il capocomico. Ah già, benissimo! Dunque, lei resta qui a capo chino.

La figliastra (divertita). Ma se non è vestita di nero!

La prima attrice. Sarò vestita di nero, e molto piú propriamente di lei!

Il capocomico (alla Figliastra). Stia zitta, la prego! E stia a vedere! Avrà da imparare!

Battendo le mani:

Avanti! avanti! L’entrata!
E ridiscenderà dal palcoscenico per cogliere l’impressione della scena. S’aprirà l’uscio infondo e verrà avanti il Primo Attore, con l’aria spigliata, sbarazzina d’un vecchietto galante. La rappresentazione della scena, eseguita dagli Attori, apparirà fin dalleprime battute un’altra cosa, senza che abbia tuttavia, neppur minimamente, l’aria d’una parodia; apparirà piuttosto come rimessa in bello. Naturalmente, la Figliastra e il Padre, non potendo riconoscersi affatto in quella Prima Attrice e in quel Primo Attore, sentendo proferir le loro stesse parole, espri-