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la ragione degli altri | 1241 |
Con tante tante pecorelle, tanti alberetti...
Siede: si prende Dina tra le gambe; apre la scatola.
Dina (battendo le mani, convulsa). Sí... sí... uh, quante memmelle!
Leonardo. Dieci! venti! E c’è anche l’erba... vedi? vedi quanta?
Dina. Sí... sí...
Leonardo. E adesso la stenderemo qua... qua, ecco, dentro il coperchio, eh? e vi faremo reggere in piedi tutte queste memmelle che si mangiano l’erba... Eh, vuoi?
Dina. Sí, sí... E il pastore?
Leonardo. Eccolo qua, il pastore... lo vedi? col turbante...
Dina (delusa). Uh, senza gambe?
Leonardo. Ma ha la tunica, vedi? Le gambe non si vedono. È un pastore vecchio, che sente freddo... e sta tutto coperto con questa tunica...
Dina. Brutto... Io lo volevo con le gambe, papà...
Leonardo. Con le gambe... già... Ma vedi, ha il bastone...
Dina. Caccia le memmelle?
Elena (che sta seduta discosta, tutta aggruppata, con un gomito sul ginocchio e il pugno sotto il mento, gli occhi assorti, aguzzi nel vuoto). Diceva del nome, sai?
Dina. Con questo bastone le caccia?
Leonardo (cupo, a Elena). Che nome?
Dina. Papà, come le caccia?
Elena. Che tu potresti darle il tuo nome...
Dina. L’ha su la spalla il bastone! Come fa a cacciare le memmelle?
Leonardo. Ecco, cara, vedi? col bastone...
Elena. Lei acconsentirebbe...
Dina. E dove lo metti, papà?
Leonardo. Ah... Dove vuoi che lo metta?
Dina. Qua, qua dietro le memmelle... Uh, cascano, papà... Questo è il cane?... Oh... il cane... guarda, papà...
Leonardo. Sí, sí, il cane... Aspetta, ce ne dev’essere un altro... Eccolo qua!
Dina. Bello, sí... Due! due!
Elena. Ma, come? per adozione, è vero?
Leonardo. Non tormentarmi, Elena! Basta, ti ho detto!