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spetto d’un ridicolo accordo tra me e lui? L’ho visto entrare, vi dico; poi uscire. Non potevo supporre che dovesse ritornare.

Elena. Dovrebbe già esser qui...

Livia. Sarà meglio allora ch’io me ne vada. Non potrei parlare con voi, lui presente, come mi ero proposto. Ero venuta per parlare da sola con voi... Non potreste impedire, in qualche modo?...

Elena. Non so... non saprei... se veramente deve ritornare... Ma se voi volete andare, state sicura che questa sarà l’ultima volta ch’egli viene qua. Ve lo giuro su quello che ho di piú caro.

Livia. Non è questo. Me l’avete detto e ripetuto. Non dubito della vostra parola. Già conoscevo la vostra intenzione. E sono venuta anzi apposta per dirvi che non è possibile.

Elena. Come!

Livia. Non si tratta di questo!

Elena. E di che altro allora?

Livia. Ve lo dirò. Pazienza s’egli mi troverà qui. Sarà piú difficile per me, e anche per voi con lui presente. Ma spero che anch’egli si persuaderà con voi.

Elena. Non comprendo piú, proprio, quello che voi vogliate da me.

Livia. Veramente, con la sola ragione non potrete, forse. Dovrei farlo sentire al vostro cuore, che forse comprenderà... non subito, certo; ma forse quando la ragione avrà finito di gridare contro di me. Ecco, sí. Allora sí, spero che il vostro cuore stesso v’imporrà una sua piú profonda ragione, non piú contro me, ma contro voi stessa. A voi e a lui l’imporrà. Perché già a me l’ha imposta da tanto tempo. Ascoltatemi con pazienza, e credete, già lo vedete, non ho nessun sentimento contrario per voi. La ragione per cui sono venuta senz’astio, senz’odio, è piú crudele, certo, dell’odio stesso, per voi. Ma non l’ho voluta io, non l’ho imposta io, questa ragione. Vi dite disposta, è vero? a troncare questa relazione?

Elena. Sí, da un pezzo! Ma nessuna relazione piú, già da un pezzo...

Livia. Lo so...

Elena. E per me, veramente... Voi mi vedete, signora. Quan-