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Dina. E quando verrà?

Elena. Adesso. Era già venuto. Tu dormivi. È andato a comperarti una bella cosa.

Dina. Che cosa?

Elena. Che volevi tu l’altro giorno? Che hai detto a babbo che ti portasse?

Dina. La bambola, grossa grossa, cosí.

Elena. Non è vero. Gli hai detto la scatola con gli alberetti.

Dina. E le memmelle.

Elena. Le pecorelle, sí.

Dina. E la casina.

Elena. Sí. Per fare la campagna.

Dina. Mamma, raccontami la campagna.

Elena (con pazienza, ma distratta, e con quel tono di cantilena con cui si dice una cosa già tante volte ripetuta). Nella campagna c’è tanti fiorellini...

Dina. Rossi.

Elena. Rossi. Ci sono poi gli alberi...

Dina. Gialli. Fiorellini gialli...

Elena. Sí, anche gialli.

Dina. Le farfallette...

Elena. Ah, già. Su i fiorellini si posano le farfallette... Vedi, cara, lo sai meglio di me!

Dina. E come fanno gli uccellini?

Elena. Cantano.

Dina. Fanno cïo, cïo...

Elena. Cosí.

Dina. Nel nido?

Elena. Sí. Aspettano che la mamma rechi loro l’imbeccata.

Dina. Hanno fame?

Elena. Fame, sí.

Dina. Non si dice fame. Appetito.

Elena (ridendo e baciandola). Cara, gli uccellini, no: hanno fame, non hanno appetito.

Si sente sonare alla porta interna.