Pagina:Pirandello - Maschere nude, Volume I - Verona, Mondadori, 1965.djvu/1237


la ragione degli altri 1223


Livia. Di mio padre.

Leonardo (smarrito nell’eccitazione). Oh, oh... io parlo con te... di queste cose... Perdonami! perdonami! Perdo la testa!

Livia. E vuoi seguitare cosí?

Leonardo. Perdonami, perdonami... Come, altrimenti? Appunto perciò t’ho detto che è il mio supplizio.

Livia. Ma se lei ha potuto proporti di abbandonare la figlia...

Leonardo. Sí. Ma come l’abbandono?

Livia. Aspetta. Non ti dico d’abbandonarla. Lo sai. Voglio sapere se... Leonardo. Livia? Tu mi perdoni?

Livia. Aspetta, aspetta. Dimmi questo: Ti vuole... ti vuole bene, molto, la... la bambina?

Leonardo. Perché?

Livia. Rispondi. Vuole piú bene a te o alla madre? Leonardo. Non so...

Livia. Di piú alla madre?

Leonardo. Sí, forse...

Livia. Perché tu non le sei tanto vicino! Leonardo. Certo, sí... per questo...

Livia. Ma se potessi invece averla sempre con te...

Leonardo. Dove?

Livia. Ma dico con te!

Leonardo. Se fosse nostra, dici? Ah, non me lo dire! Qua, alla luce... Come sarei felice! E lei, anche lei, la bambina...

Livia. Ah, sí? Senza la madre?

Leonardo. No, dico, se fosse tua! Se fosse tua, Livia!

Livia (oscurandosi e irrigidendosi come per un brivido spasimoso). Potrei... sí, potrei anch’io volerle bene...

Leonardo. Perché tu sei buona, lo so! tanto... tanto... Oh Livia... Tu mi hai perdonato, è vero? Mi perdoni?

Livia. Sí... zitto... dimmi... dimmi...

Leonardo. Quanto t’ho fatto soffrire! E ancora... Ma non ho potuto esaurire la tua bontà...

Livia. Basta, basta... ti prego... dimmi...

Leonardo (seguitando, con foga). Mi raccogli dall’abisso in cui sono caduto, per ricondurmi qua, presso te, buona, come a un rifugio di pace. Oh, Livia, e qua, anch’io, come te, l’ho desiderata, sai, l’ho immaginata... l’ho sognata tante volte qua, nella nostra casa... e che strazio!