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sei personaggi in cerca d’autore 109


Il capocomico. Oh bella! Ah, è cosí? Ma qui bisogna che si facciano sentire, cara lei! Non sentiamo nemmeno noi, sul palcoscenico! Figurarsi quando ci sarà il pubblico in teatro! Bisogna far la scena. E del resto possono ben parlar forte tra loro, perché noi non saremo mica qua, come adesso, a sentire: loro fingono d’esser sole, in una stanza, nel retrobottega, che nessuno le sente.

La Figliastra, graziosamente, sorridendo maliziosa, farà piú volte cenno di no, col dito.

Il capocomico. Come no?

La figliastra (sottovoce, misteriosamente). C’è qualcuno che ci sente, signore, se lei

indicherà Madama Pace

parla forte!

Il capocomico (costernatissimo). Deve forse scappar fuori qualche altro?

Gli Attori accenneranno di scappar di nuovo dal palcoscenico.

Il padre. No, no, signore. Allude a me. Ci debbo esser io, là dietro quell’uscio, in attesa; e Madama lo sa. Anzi, mi permettano! Vado per esser subito pronto.

Farà per avviarsi.

Il capocomico (fermandolo). Ma no, aspetti! Qua bisogna rispettare le esigenze del teatro! Prima che lei sia pronto...

La figliastra (interrompendolo). Ma sí, subito! subito! Mi muojo, le dico, dalla smania di viverla, di viverla questa scena! Se lui vuol esser subito pronto, io sono prontissima!

Il capocomico (gridando). Ma bisogna che prima venga fuori, ben chiara, la scena tra lei e quella lí!

Indicherà Madama Pace.

Lo vuol capire?

La figliastra. Oh Dio mio, signore: m’ha detto quel che lei già sa: che il lavoro della mamma ancora una volta è fatto male; la roba è sciupata; e che bisogna ch’io abbia pazienza, se voglio che ella seguiti ad ajutarci nella nostra miseria.