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a questo modo non è piú possibile. Bisogna assolutamente venire a una soluzione qualsiasi. Mi sono provato a muoverne il discorso a quella santa figliuola: è inutile: con lei non si può parlare. Io la conosco però. Soffre in silenzio, sai, la povera figlia mia! E tu mostri di non accorgertene, perché cosí ti conviene.

Leonardo. Se le dicessi che lei, Livia stessa, è venuta qui, poco fa, a prevenirmi che lei già sospettava, consigliandomi a mentire perché lei non sapesse nulla?

Guglielmo. Ah! Come? Lei? è venuta qua?

Leonardo. Proprio lei, mezz’ora fa.

Guglielmo. Per costringerti a mentire?

Leonardo. Legga.

Gli porge il biglietto di Livia.

Guglielmo (dopo aver letto). Un sacrificio di questo genere, per me? Volesse Dio, che fosse per questo! E allora, allora subito me la riporto via con me, la figlia mia! Ma che, no! Vedi che non sai comprenderla? lei spera ancora... aspetta che tu... No?

Leonardo. No. Livia sa che non è piú in mio potere portarci rimedio. E non ne cerca, sa? Né vuole che altri lo cerchi. Ha visto?

Guglielmo. Ohè, dico, siete impazziti tutti e due? Tu, qua, fai un po’ il tiranno, un po’ la vittima; dici che sei punito; lei ti prega di non tradirti, per non farmi comprender nulla... A che gioco giochiamo? Io sono vecchio, Leonardo, so il mondo; so che hai errato; tu stesso hai la franchezza di confessarlo. Cose senza rimedio non ce n’è: la morte sola! Vediamo insieme, studiamo insieme quel che s’ha da fare. Siamo uomini! Conta su me. Tutto il mio ajuto...

Leonardo. Ma che ajuto può darmi lei? Di denaro? Perché vede affannarmi cosí?

Guglielmo. Ma anche d’esperienza... di tutto... Io posso —

Leonardo. — nulla! nulla! Lei non può nulla! È tutto inutile, creda!

Guglielmo. Ma che c’è sotto? Perdio, di che si tratta, insomma? Un rimedio ci sarà, se tu vuoi... Lo troveremo.

Leonardo. Non c’è rimedio... Non c’è rimedio...

Guglielmo. Lasciami almeno tentare! — No? Ma perdio,