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la ragione degli altri | 1201 |
Leonardo. Ma accusarmi o scusarmi, al punto in cui mi trovo, è proprio inutile, creda!
Guglielmo. Inutile? Ma abbi pazienza...
Leonardo. Non posso averne piú, di pazienza. Non si tratta piú, creda, di vederne la ragione, chi n’abbia piú, chi n’abbia meno, né d’accusare, né di scusare... Riconosco non solo la mia colpa; ma giacché ne sono stato punito, riconosco che la punizione è stata giusta e non mi lagno.
Guglielmo (stupito). Tu?
Leonardo (con fredda tristezza, convinto, rassegnato). Non mi lagno.
Guglielmo. E, vedo, che...
Fa un gesto con la mano, per significare: vedo che accenni d’ammattire.
Leonardo. No... purtroppo, no! Fossi pazzo davvero!
Guglielmo. Scusa. Per giunta, vorresti lagnarti, tu, riconoscendo...
Leonardo. Ma se le dico che non mi lagno!
Guglielmo. Grazie tante di questa concessione!
Leonardo. Riconosco pure, che vuole che le dica?, riconosco che Livia piú di tutti ha diritto di ribellarsi...
Guglielmo. Ma aver torto, aver ragione, dunque è tutt’uno per te? E chi ha torto, non deve...?
Leonardo. Ma se io sono punito! Creda: sono già stato punito...
Guglielmo. Come sei stato punito? Da chi?
Leonardo. Parli piano, la prego...
Guglielmo. C’è qualcuno che si rompe di là? Parliamo piano. Da chi sei stato punito? Come? Mi pare... mi pare molto comodo darsi da sé la pena, assoggettandosi a un po’ di fatica per uno scrupolo sciocco! Sí, sciocco, perché quando a una donna hai tolto tutto: l’amore, la pace... può parere anche ridicolo, scusa, farsi scrupolo...
Leonardo. Ora lei mi offende...
Guglielmo. Io? No, figlio caro!
Leonardo. Ma che vuole allora da me? Mi lasci stare... Vuol ragionare? Io non posso.
Guglielmo. E fare? Lasciamo di ragionare, adesso. Fare! Fare! Che intendi fare? Fra te e tua moglie la vita, capirai,