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la ragione degli altri | 1199 |
Guglielmo. Passione, no, l’hai detto. E allora, per vanità? Bisogno, non ne hai.
Leonardo. Ah! non ne ho? E che ne sa lei?
Guglielmo. Tu hai bisogno? Tu scrivi qua per bisogno? Come... scusa... e perché non me l’hai mai detto, figlio mio?
Leonardo. No no no. Ah, basta, basta, ormai da parte sua. D’ora in poi, a me, provvedo io.
Guglielmo. Benissimo... Come diceva quello? Nobili sensi invero...
Leonardo (interrompendo). Senta, mi lasci fare, la prego. Lei non può capire. Mi fa male, creda, entrare con lei in codesti discorsi. Dovrebbe intendere che di fronte a Livia, io...
Guglielmo. Livia? No, scusa: che c’entra Livia adesso?
Leonardo. Ma sí che c’entra, perché dopo la rovina della mia casa e la morte di mio padre —
Guglielmo. — mia figlia t’ha fatto pesare? —
Leonardo. — no, no: lei no! lei, mai! Ma io, io, per me stesso...
Guglielmo. Va’ va’ va’! Mi vorresti far sorbire come un decottino a digiuno, adesso, che tu per conservare la tua... come debbo dire? in-di-pen-den-za di fronte a tua moglie, ti rassegni, ti sobbarchi a questa schiavitú sotto altri?
Leonardo. Ma nessuna schiavitú! Chi le dice ch’io sia schiavo? Questo poi no! Schiavo di nessuno...
Guglielmo. Ma di te stesso, scusa, schiavo del tuo stesso bisogno, se non d’altri! Quando... Ah caro mio, ho buona memoria io, sai? T’affannavi tanto un tempo a sostenere che lo... lo scrivere... l’arte, insomma, è anche essa un lavoro, un gran lavoro, che ha bisogno d’indipendenza... dicevi cosí? e ti sdegnavi contro quelli che sostenevano che fosse invece un divertimento, uno spasso: sí... Lasciamo andare! L’indipendenza, l’hai avuta. Io e tuo padre, d’accordo, te l’abbiamo data. Poi, tuo padre, poverino, non per colpa sua, è venuto meno agli impegni... ma tu, a casa tua, grazie a Dio, con la dote di tua moglie... chi ti dice nulla? Puoi lavorare come ti pare e piace, o non far niente, che sarebbe meglio, a giudizio d’un povero ignorante.
Leonardo. Questo, scusi, perché le secca ch’io scriva in un giornale stipendiato, come lei dice, dal Ruvo?
Guglielmo. No. Non per questo soltanto, figlio mio.