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1194 | maschere nude |
Leonardo. Aspetterà, perdio! Gli hai detto che io debbo avere —
Elena. — dal romanzo? Già! Per farlo ridere...
Leonardo. Non c’era bisogno che gli parlassi del romanzo o d’altro: sono quattrocento lire che mi saranno pagate fra otto giorni, alla consegna del manoscritto. Se potrò consegnarlo... sta’ a vedere! Non trovo piú né modo né tempo di scrivere...
Elena. E dunque?
Leonardo. Ma un po’ di pace! Un momento di requie! Qua, lo sai, per questo mese non posso piú chiedere nulla. Che consegnerò fra otto giorni? E non so come fare questo è il peggio — dove batter la testa... Non resisto piú!
Elena. Da un pezzo, eh! Cominci a comprenderlo soltanto ora, tu?
Sorgendo in piedi con un profondo sospiro:
Leonardo (freddamente). Neanche tu... E poi?
Elena. Ma ti pare possibile seguitare cosí? Scusa, ti pare possibile!
Leonardo. Il male è appunto questo, cara: che deve essere possibile. Ti pare che ci vorrebbe tanto a svoltare tu di qua, io di là? Sarebbe comodo; ma non possiamo, né io né tu.
Elena. Perché, scusa? Se io ti lascio libero...
Leonardo. Libero? Come mi lasci libero?
Elena. Ma di tornartene in pace con tua moglie!
Leonardo (con forza). Tu non la conosci!
Elena. Ma se già t’ha parlato... se è venuta qua, finanche, a cercarti...
Leonardo (dopo averla guardata con sdegno). Fingi tu, adesso, di non capire.
Elena. Che cosa? Che tua moglie vuole che noi stiamo uniti? Debbo capir questo?
Leonardo. Questo, questo, sí; e tu lo sai bene! Qua, qua, alla catena, dobbiamo stare! E non giova disperarsi. Lo dico anche a me, sai? Se occorre, anzi, bisogna ridere... ma sí! come rido io, tante volte. Non m’hai sentito ridere? Vuoi vedere come rido? Ma so fare anche il buffone! Tan-