![]() |
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. | ![]() |
1192 | maschere nude |
Leonardo (raccogliendo le bozze e le altre carte di su la scrivania). Ecco fatto.
Si alza. Preme il campanello alla parete.
Sarei venuto, sai?, a qualunque costo in giornata.
Si mette a leggere in fretta quel che ha scritto.
Elena. Non stare a credere, ti dico, che mi prema che tu venga, se a te non preme. Vorrei solo...
Leonardo le fa cenno con la mano d’aspettare un po’ in silenzio, e seguita a leggere. Si sente picchiare all’uscio.
Leonardo. Avanti.
L’uscere entra. Porgendogli le carte:
L’uscere via.
Elena. Si tratterrà ancora molto?
Leonardo. Il padre? E chi lo sa? è venuto non so per che affare. Forse è una scusa. Sospetto che qualcuno...
Elena. Ma lei stessa!
Leonardo. No, no. Ma che! Scusa, se è venuta qua, a prevenirmi...
Elena. Politica. Come sei ingenuo!
Leonardo. Se avesse voluto rivolgersi al padre, lo avrebbe fatto da un pezzo, apertamente. Chi avrebbe potuto impedirglielo? E poi, perché fingere con me?
Elena. Ma che impegno, io non capisco... che interesse può avere a star zitta cosí, che il padre non sappia, non s’accorga di nulla?...
Leonardo. Che interesse? Prima di tutto, l’orgoglio!
Elena. Anche di fronte al padre, l’orgoglio?
Leonardo. Il certo è questo: che il giorno dopo l’arrivo di lui, ella che da piú d’un anno non m’aveva rivolto la parola...
Elena. Ah! T’ha parlato? S’è rotto il ghiaccio? Di’... di’...
Leonardo. È entrata nel mio studio per dirmi solamente che avessi saputo fingere almeno pei pochi giorni che suo padre si sarebbe trattenuto in casa nostra.