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la ragione degli altri 1191


L’Uscere. Era venuta circa un’ora fa...

Leonardo. Ma non è possibile, adesso!

Dopo aver riflettuto un po’:

Senti: chiunque venga a cercarmi...

L’Uscere. Deve venire...

Leonardo. Lo so. Fa’ entrare in salotto.

L’Uscere. Sissignore.

Leonardo. Intanto...

Fa cenno di far passare la Orgera.

L’uscere (sporgendo il capo dall’uscio e parlando nell’interno). Venga avanti, signora.

Entra Elena Orgera. L’uscere si ritira, richiudendo l’uscio.

Leonardo (seguitando a scrivere). Un momento, ti prego.

Prende di su la scrivania la lettera della moglie e gliela porge.

Leggi.

Si rimette a scrivere.

Elena (legge con gli occhi soltanto, poi guarda con aria di sdegnosa commiserazione Leonardo che scrive). Me ne vado subito.

Leonardo. T’ho pregata, scongiurata di non venire a trovarmi qua.

Elena. Ma dove allora? Io non lo so piú! Se da una settimana non ti fai vedere?

Leonardo. Hai letto?

Elena. Ma ho da parlarti anch’io!

Leonardo (cercando di farla tacere). So, so...

Elena (seguitando). Non son venuta per il piacere di vederti.

Leonardo. Ti prego... Sto per terminare.

Elena (dopo aver di nuovo scorso con gli occhi il biglietto di Livia, dice, venendo a posarlo su la scrivania): Dunque il vecchio comincia a sospettare; e lei,

sillabando:

generosamente te ne previene... Cerca, poverina, di risparmiarti noje e dispiaceri. Io invece...

Leonardo (seccamente). Tu non la conosci.

Elena. Ammirevole! Dico che è ammirevole!

Leonardo. Non lo fa né per me, né per te.

Elena. Per suo padre? Ammirevole lo stesso!