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1172 | maschere nude |
Lori. A cui si deve prestar fede! A me, no; ma al tuo libro, sí. La prova è lí!
Salvo (c. s.). Nel mio libro?
Lori (rivolgendosi agli altri due). Ma come volete che uno, ignaro come me, potesse capire qualche cosa in tutte quelle formule, in tutti quei calcoli? L’evidenza del furto m’è saltata chiara davanti agli occhi, senza cercarla, confrontando quegli appunti col tuo libro.
Salvo. Non ti degno di risposta!
Lori. E l’ho scoperto da un pezzo, io, sai? e mi sono stato zitto per lei (indica Palma), per il bene che facevi a mia figlia, perché ignoravo l’altro tuo delitto, di cui questo forse è soltanto la conseguenza accidentale. Perché non hai avuto mai nessuna vera passione tu; e codeste carte dell’Agliani ti servirono soltanto, dapprima, per nascondere la tresca; per darti il pretesto di stare a casa mia, vicino a lei! Vuoi che pubblichi, se non hai nulla da temere, quegli appunti che ho in casa, cosí come sono? Sarei venuto a darteli...
Salvo (subito). Dammeli, e li pubblicherò io stesso, riconoscendo innanzi a tutti...
Lori. Che cosa? La tua appropriazione indebita?
Salvo (con forza). Questa non c’è! E non la crederà mai nessuno!
Lori. Eh già... Tra te e me...
Voltandosi verso Palma e notando il suo atteggiamento, tra sdegnato e avvilito:
Afferra per le braccia Palma, spiandola negli occhi:
Palma. Sí!
Lori. Credi a me e non a lui?
Palma. Sí! Sí!
Lori. E mi basta questo! Non pubblico nientel non faccio niente! Ero venuto qui per fare non so quante cose, contro te, contro tutti... Mi son cadute di mano tutte le armi...